giovedì 8 maggio 2008

He's lost control

"Joy Division, un nome che sta bene affianco a Velvet Underground". Quando i JD trovarono il nome iniziarono a fare la loro musica. Prima, con un nome che già mi è passato di mente, non erano altro che un gruppo inglese legato al punk. Non a caso la decisione di formare una band venne proprio ad un concerto dei Sex Pistols. Poi arrivarono Ian, la sua voce e il suo danzare sgraziato. Un uomo che, come dicono i protagonisti del documentario di Grant Gee, quando stava sul palco ipnotizzava tutti.
Joy Division mi ha fatto scoprire molte cose. Non avevo mai riflettuto su cosa possa significare nascere in una città senza alberi. Non avevo un'idea precisa dell'esibizione di Ian Curtis, del suo muoversi in modo così anormale. Ignoravo troppe cose. Una di queste, forse la più assurda, è il fatto che nessuno dei componenti del gruppo all'epoca avesse sviluppato una consapevolezza del messaggio veicolato dalle canzoni. Nessuno aveva mai ascoltato le parole.

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